Una volta Milos Forman ha detto “Esco dal taxi ed è probabilmente l’unica città che in realtà sembra migliore rispetto alle cartoline: New York”. Ed è vero. New York non è come te l’aspetti. E’ molto meglio. Appena arrivi dal JFK, ti trovi davanti a tutto quello che immaginavi prima di partire: lo skyline affollato di grattacieli, la presenza luminosa della Statua della Libertà, gli archi acuti del Ponte di Brooklyn, gli scorci romantici di Central Park, i luoghi e l’atmosfera visti e rivisti nei grandi film, nelle serie tv e sulle copertine patinate. E poi c’è quello che non ti aspetti. Angolini pieni di sentimento in mezzo a una città anonima di grattacieli incombenti, spazi verdi vivi ovunque e zone baby friendly, un mix unico ed integrato di elementi architettonici in stili e di epoche diverse. Una città che si ferma mai, ma che si adatta al tuo stile di vita (qualunque esso sia!). Il buon cibo, e, soprattutto, la gentilezza, disponibilità e cordialità delle persone.

New York

Sarà che io dell’America – e degli ammmmericani – ho sempre avuto una certa idea e considerato quella a stelle e strisce la bandiera dell’imperialismo contemporaneo. Quindi, trovare nel cuore degli States gente che chiede se ti serve una mano, vedendoti imbambolata e smarrita ad un incrocio con la cartina in mano, che si ferma con te a Central Park davanti alla bellezza di una camelia in fiore, condividendo emozioni ed entusiasmo per l’incredibile spettacolo della natura, che attacca bottone sulla metro per parlare del più e del meno come se ti conoscesse da sempre…. mi ha presa alla sprovvista e colpita piacevolmente.

New York City

New York è molto di più di una porta aperta alle opportunità: è una città di trionfi, una capitale di esplorazioni e sperimentazione, un luogo dove ognuno è libero di essere se stesso”.

Non credo ci sia una città paragonabile a NY. Quando cammini per le strade lo sai che sei nella città più popolosa degli Stati Uniti, nonché in uno dei centri economici e culturali più importanti del continente e del globo terrestre. Li si decidono le sorti del mondo, interessi commerciali, finanziari e politici nascono e si incrociano, eppure, tutto sembra molto a misura d’uomo. Forse per le incredibili possibilità che ci sono. Possibilità lavorative e di mobilità sociale – è vero…la competizione è altissima e i ritmi sono massacranti, ma il lavoro sodo e le capacità hanno un tornaconto proporzionato -, ma non solo.

Ogni giorno la città accoglie nuovi cittadini di varia provenienza e l’integrazione sociale è una realtà consolidata: Melting pot è il nomignolo che New York si è conquistata per essere riuscita ad amalgamare milioni di persone di provenienze diverse, senza inibire l’individuale senso di appartenenza alla cultura di origine.

Bandiera Usa

C’è poi un terzo aspetto. Quello di avere l’opportunità di fare, praticamente, tutto quello che ti passa per la testa. Di andare in giro per la Fifth avenue vestito come un mandarino del secolo scorso, di cimentarsi in strani corsi sperimentali e praticare le attività sociali, artistiche, culturali, sportive più diverse a qualsiasi ora del giorno e della notte. Come mi ha detto la mia amica Ary Ana, che si è trasferita dall’Italia 5 anni fa, “se vuoi fare una cosa, hai la certezza che una volta uscita di casa, troverai molti tuoi ‘simili’, spazi e occasioni per farla”.

Sembra che ‘Manhattan’, derivi dalla parola ‘manahactanienk’, che nella lingua munsee dei nativi americani, significa ‘luogo dell’ebbrezza generale’. Un’ebbrezza che sfugge al senso stretto del termine… è uno stato di esaltazione e di piacevole stordimento che si prova camminando per la Big Apple, la sensazione che tutto possa durare per sempre, come solo un secondo. New York non è solo una città. E’ un’idea infinitamente romantica, uno stato mentale, uno stile di vita che rapisce e conquista.

Ma mi sono dilungata fin troppo… Vi racconterò la Grande Mela nei prossimi giorni, con un post a settimana con foto, chicche, ricette e posti ‘da mangiare’.

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