Ho sempre pensato che per capire bene un luogo, devi andare al mercato locale. E’ li che puoi trovare facce, pezzi di storia, tradizioni, abitudini e modi di fare, prodotti e chincaglierie. Profumi e sapori, pregi e difetti del posto e dei suoi abitanti. A Gerusalemme, dove tutto ha (almeno) una duplice versione, anche i mercati tipici sono due:  quello arabo e  quello israeliano. Sebbene i suq arabi siano la mia passione – per l’odore delle spezie, i sorrisi incondizionati degli arabi e le chiacchiere gioiose che ti accolgono sempre, il gioco del mercanteggiare su qualsiasi cosa perchèsifacosì, e per quella sensazione leggerezza di cuore e testa che senti, quando cammini tra minareti, vicoli stretti e piccolissime botteghe -, devo ammettere che il Mahane Yehuda Market ha un fascino particolarissimo.

Jaffa street

Jaffa street

Mentre percorri la contigua Jaffa Street non puoi non notare il surreale silenzio che c’è, nonostante sia piena di pedoni e mezzi pubblici.

Una volta che entri nell’area del mercato, ti colpisce subito la quantità e la varietà del cibo venduto, l’opulenza dei frutti e delle verdure, e la strana dimensione temporale in cui sembrano avvolti il posto e i suoi frequentatori. E’ una sensazione quasi impercettibile, non facile da spiegare, ed è come se tutto si fosse fermato all’800, quando il mercato sorse contestualmente al quartiere ebraico di Nahlaot, noto per i suoi stretti vicoli, le abitazioni vecchio stile, i cortili nascosti e la miriade di piccole sinagoghe.

Mahane-Yehuda

Mahane Yehuda Market, Gerusalemme

I clienti del Mahane Yehuda vengono da ogni angolo di Gerusalemme e dintorni (si incontrano ad ogni angolo coloni con tanto di mitra in bella vista giunti in Città per compere) e rappresentano l’intera società israeliana: askenaziti, sefarditi, religiosi, laici, ricchi e poveri. Tra i banchi si parla ebraico, inglese, russo, etiope, tedesco, francese, yiddish e spagnolo, e accanto ad articoli di abbigliamento e per la casa, Judaica e tessuti, ci sono banchi di prodotti da forno, pesce, carne e formaggi, noci, semi e spezie, vini e liquori. Il market è molto grande ed è il posto giusto per assaggiare prodotti tipici e street food kosher, che si può gustare anche seduti ai piccoli ristorantini che si stanno diffondendo al suo interno.

Mahane Yehuda Market

Una delle cose più interessanti del Mahane Yehuda, è senza dubbio il chiosco di Uzi-Eli Hezi, anche conosciuto come “The Etrog Man”, “l’uomo del cedro”, dove poter trovare spremute e succhi freschi e gustosissimi di tutti i tipi. Venditore, inventore, contadino, guaritore, medico, salutista e guida spirituale, è un omone barbuto che sprizza gioia da tutti i pori. Seguace della scuola maimonidea, per preparare i suoi succhi e prodotti cosmetici, combina scienza e antichi rimedi. Due delle sue bevande più popolari sono l’etrogat, ottenuto dal succo di cedro e dalle foglie di khat, la “bevanda di Rambam”, una miscela di datteri e mandorle amare e dolci, e il succo di germogli di grano.

Uzi-Eli Hezi - “The Etrog Man”

Uzi-Eli Hezi – “The Etrog Man”

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