Per me l’hummus è damasceno. L’ho mangiato ovunque nei paesi arabi ed è stato uno dei miei pasti principali – pratico e veloce, l’ho trovato buonissimo anche confezionato al supermercato – quando vivevo a Londra e a Toronto. Ma la prima cosa che mi viene in mente quando ne assaggio un po’ è Damasco. Le calde sere di un’estate passata li per studiare arabo prima che la Siria fosse inghiottita dalla guerra civile, e le cene abbondantissime a due soldi al Khawali Restaurant, nel cuore della città vecchia, dove io e miei compagni di studi ci ritrovavamo a cena. Italiani, inglesi, tedeschi e spagnoli, giapponesi e statunitensi… Seduti ad una tavola di Babele a mangiare humus, bere birra locale e fumare la šīša, uniti da un unico filo rosso: capire e studiare una lingua, una cultura, una terra ed il suo popolo. E’ vero, imparare l’arabo era un modo per avere (teoricamente) una carta in più da spendere nel mondo del lavoro, ma per molti quell’esperienza significava la speranza di portare, tornando a casa, la propria testimonianza a più persone possibili. Speranza di accorciare distanze, costruire ponti, trovare soluzioni sostenibili in un momento storico in cui arabo e musulmano equivaleva a terrorista, e lo scontro di civiltà era l’argomento all’ordine del giorno di discussioni tra pareti domestiche, aule universitarie, salotti televisivi e stanze dei bottoni.

Damscus, Mount Qasioun

Damasco dal monte Qasioun

Damscus - Al-Hamidiyah Souq

Damasco – Suq Al-Hamidiyah

Scusate, mi lascio sempre prendere la mano quando parlo di Damasco. C’ho lasciato un pezzo (nemmeno troppo piccolo) di cuore e la situazione attuale in cui versa la Siria non alleggerisce di sicuro il magone malinconico che mi viene quando ci penso.

Comunque rimettendo i piedini per terra e tornando a noi, l’hummus è una crema di ceci, comunemente servito per la prima colazione (sì, avete letto bene!) ed è uno dei componenti fondamentali di ogni Mezzeh, la carrellata di antipasti servita prima delle portate principali in tutti i paesi che un tempo hanno fatto parte dell’Impero Ottomano.

Meze

Meze

Ingredienti

    Tipo di ricetta: antipasto
    Cucina: araba

  • 2 tazze di ceci
  • 1/4 di tazza di salsa tahini
  • 2 limoni freschi e mezzo, o circa 8 cucchiai di succo di limone
  • 1-2 spicchi d’aglio
  • 1 cucchiaino di sale
  • 2 cucchiai di yogurt (facoltativo)
  • 1 cucchiaino di cumino

Procedimento

Mettete a bagno i vostri ceci in acqua calda, almeno per 8 ore. Sciacquateli e bolliteli in una pentola finché saranno teneri.

Versate la tahini e il succo di limone nel vostro robot da cucina, e frullate fino ad ottenere una consistenza cremosa.

Aggiungete sale e aglio, ceci (conservandone una decina per guarnire alla fine) e salsa, e frullate di nuovo per amalgamare bene il tutto. Unite a questo punto lo yogurt e lavorare per un altro minuto. Dovete ottenere una crema liscia come seta. Se la consistenza è troppo densa, potete aggiungere acqua o (meglio) il liquido di cottura dei ceci.

Lasciate riposare in frigo per un paio d’ore per far insaporire il tutto.

 

Hummus

Hummus

Servite con olio d’oliva e, a piacimento, cosparso di paprika e cumino, e guarnite con i ceci interi bolliti che avete conservato, olive, sottaceti, pinoli o prezzemolo. L’hummus si mangia con il pane arabo “inzuppato” nella crema di ceci e/o con verdure  – cetrioli, sedani, carote, e chi più ne ha più ne metta! – tagliate a listarelle. Sahtain! Buon appetito!

 

hummus

Hummus: dimmi come lo mangi e ti dirò chi sei!

 

Eventuali, varie e consigli

Potete usare anche i ceci già pronti in scatola, ma non avrete un hummus liscio e morbido come si deve! Frullate i ceci ancora caldi, vi aiuterà ad avere un hummus più cremoso. Inoltre, se ne bollite una quantità maggiore, potete congelarli, in modo da averli pronti per il vostro prossimo hummus.

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