Molti tra coloro che producono il kefir in casa non lo filtrano e lo bevono così, liquido, com’è mentre altri (me compresa) lo filtrano per avere un prodotto più denso e cremoso.

Considerando che da un litro di latte intero si ottengono poco più di 400 gr. di kefir, e che parte del latte va ad alimentare la nostra colonia di granuli, possiamo dire che un buon 50% del litro di latte iniziale (nel caso di una filtrazione “spinta”), diventa siero.

siero-di-Kefir

Il siero del kefir contiene buona parte dei batteri del kefiran, e questo fa di esso un prodotto probiotico e fonte di proteine da bere tranquillamente così com’è.

E’ un ottimo sostituto dell’acqua in ogni tipo di panificazione. La presenza di batteri lactobacillus aiuta, infatti, il processo fermentativo di ogni tipo di impasto dandogli un sapore deciso.

Si può utilizzare per i legumi messi in ammollo prima della cottura al posto dell’acqua per aiutare a rendere gli stessi più digeribili e con un più basso indice glicemico.

Aiuta i processi fermentativi in caso di preparazione di cavoli o altre verdure lattofermentate.

Il siero può essere lasciato in frigorifero fino a sei mesi, le sue proprietà conservanti possono essere sfruttate per qualsiasi alimento. Essendo un potente conservante se immergiamo un alimento nel siero conservato in frigorifero, la sua data di scadenza si prolungherà anche di mesi.

Ho tra l’altro letto in rete il siero è ottimo da usare come concime, in quanto ricco di minerali e batteri.

E poi…forse non tutti sanno che i maiali allevati per produrre i pregiati prosciutti emiliani (San Daniele compreso) vengono alimentati per rendere la loro dieta più nutriente con il siero che si ottiene dalla produzione del Parmigiano Reggiano o Grana Padano che sia.

Siete ancora convinti che sia un prodotto da scarto?

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