Chiedetemi tutto, ma non di rinunciare al pane durante i pasti. Non sono una pastaiola e se non ho il primo piatto sopravvivo benissimo, ma se non ho almeno una fetta di pane per accompagnare contorni e secondi mi sento mancare la terra sotto i piedi.

Se però non è un pane buono (avete presenti quelli finti e sintetici che imperano nei supermercati?!), ben lievitato e fresco preferisco non mangiarlo. Il punto è che se non è fatto in casa, il pane che si trova in commercio dura ormai non più di un giorno o due al massimo. Noi facciamo spesso il pane con il lievito madre e congeliamo cazzotti, filoni e pagnotte tagliate a fette, che scongelati prima di ogni pasto tornano come appena sfornati. Questo mi consente di non rinunciare al mio “vizietto” e, allo stesso tempo, di non buttarne quantità industriali, alimentando la spirale dello spreco di pane del Bel Paese.

In Italia è infatti il terzo bene alimentare più gettato, dopo la frutta e la verdura: ogni giorno dei 72 mila quintali che se ne producono, almeno 13 mila finiscono in discarica. Una cifra da capogiro, considerando che il pane, per sua natura non è un bene deperibile. C’è da considerare però che mentre quello homemade si conserva benissimo anche per più di una settimana, quello prodotto oggi in commercio è di bassissima qualità. Per ragioni di tempo e di abitudine, si è smesso di impastare in casa, e si preferiscono i prodotti da forno sempre caldi dei supermercati che a loro volta, vista la richiesta, ne sfornano in continuazione. In questo modo, oltre al pane acquistato che non si consuma perché diviene subito vecchio, aumenta la percentuale di quello invenduto. Per interrompere questo circolo vizioso servirebbero politiche e strategie di lungo periodo (come ad esempio, regole che vietino la produzione oltre un certo orario, impongano l’uso di materie prime e lieviti di qualità migliore, o l’utilizzo di packaging che aiuti la conservazione) e di una rieducazione dei privati (recuperare l’abitudine di farlo a casa e strategie per la buona conservazione e il riciclo del pane).  La prima è una variabile abbastanza indipendente da ciascuno di noi, mentre il secondo fattore, relativo all’approccio individuale verso il problema, è qualcosa su cui si può intervenire in modo immediato. Se solo lo si vuole intendiamoci.

Bene, considerate tutte le chiacchiere che ho fatto finora e che oggi è la Giornata Mondiale dell’Ambiente, vi propongo un’insalata con Bacche di Goji, mele, noci e, soprattutto, crostini fatti in casa: un modo per restare in forma, dare una mano all’ambiente, risparmiare e riciclare in modo facilissimo il pane duro che avete in dispensa e avere un ingrediente croccante sempre pronto per arricchire le vostre insalate.

crostini di pane fatti a casa

Ingredienti

    Tipo di ricetta: Contorni

    Cucina: italiana

    Porzioni: 1 

  • 5 fette di pane raffermo (anche in cassetta)
  • aceto di vino bianco (o di mele)
  • aglio in polvere,
  • erbe aromatiche essiccate
  • peperoncino
  • Insalata
  • 1 mela
  • 4-5 gherigli di noce
  • bacche di Goji
  • sale
  • olio evo
  • 1 limone

Procedimento

I crostini

Innanzitutto, tagliate a cubetti il pane. Disponeteli su una teglia coperta di carta antiaderente, e cospargeteli con dell’aceto di vino. Non esagerate! Altrimenti inzupperete troppo i crostini che resteranno mollicci. Condite ora i crostini come preferite: spolverate con le erbe aromatiche che più vi piacciono e, a piacere, con dell’aglio in polvere e del peperoncino, oppure con dell’olio di oliva.

crostini di pane homemade

Infornate a 200°C per 6 minuti e poi aumentate la temperatura a 250°C per altri 5, controllateli  costantemente per evitare che si brucino. Lasciate quindi raffreddare i vostri crostini e riponetene la maggior parte in sacchetti di carta.

L’insalata

Mettete a bagno un pugno di Bacche di goji in pochissima acqua per un minuto o due al massimo. Lavate bene e tagliate quindi l’insalata e la mela, aggiungete le noci tagliate grossolanamente, le bacche strizzate, l’olio, il sale e spruzzate il succo di mezzo limone. Unite i crostini, mescolate e servite.

Eventuali, consigli e varie

Se usate il pane in cassetta i tempi dei crostini sono inferiori. Dovete regolarvi e attendere fino a che non saranno dorati e croccanti. Riponendoli in sacchetti di carta per il pane, si conserveranno per un paio di settimane e saranno sempre pronti per zuppe e insalate croccanti.

Bacche di Goji

Bacche di Goji

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Per saperne di più...le Bacche di Goji

Il Goji (Lycium barbarum L.) è un frutto che cresce spontaneamente nelle valli himalayane, della Mongolia, del Tibet e nelle province della Cina dello Xinjiang e del Ningxia. Le bacche rosse, apprezzate in tutto il mondo sono di proteine, lipidi (compresi gli omega 3 e gli omega 6), carboidrati, zuccheri, sodio, calcio, rame, ferro, fosforo, manganese, potassio, magnesio, zinco, cromo, fibre, vitamina C, vitamina E, carotene, amminoacidi, vitamina B1, luteina, germanio. Sono note principalmente per le proprietà antidegenerative: non a casa sono il frutto tradizionale nell'alimentazione dei popoli più longevi del mondo e i tibetani le chiamano ''frutto di lunga vita'' o ''frutto della longevità''. I benefici delle Bacche di Goji non riguardano solo la giovinezza (proteggono dai radicali liberi svolgendo un’efficiente azione anti-age), ma sono molteplici: rinforzano il sistema immunitario, sono consigliate nelle diete per la perdita di peso (insieme ad una corretta alimentazione, uno stile di vita sano ed attività fisica), migliorano l’aspetto di capelli, pelle e unghie, fanno bene alla vista, migliorano l’equilibrio acido-basico del sangue e tengono a bada il livello degli zuccheri, e sono un ottimo integratore multivitaminico naturale. La varietà migliore è quella Xing Dal poiché coltivata in una zona sottoposta ad alti sbalzi termici, su un terreno non contaminato, in modo artigianale e senza l’uso di macchinari. Tutto ciò fa sì che le proprietà nutritive delle bacche di Goji rimangano il più possibile ricche e inalterate. E’ però bene non abusarne: la quantità giornaliera consigliata è 30 grammi, pari a circa tre cucchiai, per gli adulti. Mentre per i bambini la dose scende e si misura in cucchiaini: da uno a tre al giorno.
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