Oliver è uno spirito libero. Abbiamo un ampio giardino sia davanti che dietro casa, ma per lui correre ed esplorare non è mai abbastanza. Quindi, appena possibile, facciamo lunghe passeggiate nei boschi, in montagna o nei campi che in questo periodo un esplosione di fiori multicolori. I miei preferiti restano quelli coperti di margherite. Se siete fortunati (come me che ne ho una vicino casa), potete trovare fitte, morbide e bianchissime distese sconfinate di questa ‘neve’ di Aprile.
Anche Oliver sembra gradirle, e l’altro giorno, mentre si rotolava sulle povere margheritine, io ho fatto incetta di raperonzoli. Chiamati un tempo “l’ortaggio dei poveri”, sono diventati ultimamente un prodotto di nicchia molto amato dai gourmet, che lo considerano lo zafferano delle erbe spontanee (insieme alla fama è lievitato anche il costo: 35 euro al chilo sulle bancarelle, ma si arriva fino a 50-60 euro al chilo nei negozi). Sia le foglie che le radici, molto simili ad un piccolissime carote bianche, sono commestibili e l’aspetto semplice nasconde straordinarie qualità terapeutiche: disinfettanti e antinfiammatorie, è una verdura molto indicata per i diabetici, ricca di vitamina C, fibre, proteine e sali minerali.
Sto ancora esplorando il fantastico mondo delle alimurgiche e non avevo mai cucinato i raperonzoli. In un primo momento ho pensato di lessarli, ma aprendo lo sportello delle pentole in cucina, ho visto i ripiani della vaporiera et voilà! Foglie e radici cotti separatamente, conditi semplicemente con olio, sale e limone. Una delizia!