Anche quest’anno in tutto il mondo, si celebra oggi la Giornata Mondiale dell’Ambiente (W.E.D. World Environment Day), istituita dall’ONU per sensibilizzare e coinvolgere la comunità internazionale su un tema vitale come quello del rispetto dell’ambiente.

Rispettare, tutelare e migliorare il mondo in cui viviamo si può fare anche seduti a tavola. La salvezza dell’ambiente passa infatti da ciò che mangiamo e da quello che sprechiamo. Vi siete mai fermati a pensare a quanto di quello che prepariamo quotidianamente finisce nella spazzatura? Secondo i dati ufficiali (Unep e Fao), a livello mondiale sperperiamo 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, pari a un terzo delle risorse alimentari della terra.

Nei Paesi occidentali ogni anni se ne buttano 222 milioni di tonnellate, pari quasi (230 milioni di tonnellate) alla produzione di cibo nell’Africa sub-sahariana. Nel Bel Paese parliamo di 15 miliardi di euro, e se volessimo fare un paragone con il passato, lo spreco alimentare sulla Terra è aumentato del 50% dal 1974.

food waste composting

Le conseguenze di questo modus vivendi non sono solo economiche – risparmiare in un periodo di crisi come quello che viviamo -, né prettamente morali – avere coscienza del fatto che c’è chi non ne ha -, ma anche ambientali: produrre e consumare cibo significa anche impronta carbonica e idrica, consumo di suolo, utilizzo di fertilizzanti, produzione di rifiuti. C’è poi l’aspetto salutistico: ci sono scarti che hanno più fibre e nutrienti che la parte nobile del prodotto (nella frutta per esempio è la buccia il punto di forza).

Come invertire la tendenza? Non è facile, ma con un po’ di impegno quotidiano è possibile. Le regole d’oro da seguire sono riflettere, riciclare, evitare gli sprechi. Ecco come.

1] Pianificare e razionalizzare la lista della spesa ed evitare gli sprechi.

Pianificando la spesa, razionalizzando i pasti e conservando in modo intelligente. Farsi tentare dai prodotti esposti nei banchi del supermercato va bene, ma bisognerebbe evitare di riempire sacchetti sull’onda dell’acquolina del momento. Chiedetevi sempre quanto cibo vi serve veramente, per quanti pasti, se sarete in casa nei giorni successivi per consumarlo.

Scegliete il cibo che dura di più e che si conserva meglio e prediligete i prodotti a km zero. Preparate porzioni modeste a tavola: soprattutto con i bimbi, non si sa mai quanto finirà nella pancia e quanto nella spazzatura, e poi c’è sempre tempo per un bel bis!

Un grande aiuto arriva dalla tecnologia: esistono app per smartphone che aiutano a organizzare la cucina, il frigo, la lista della spesa. Come Love Food Hate Waste, o quella creata dal Wwf, One planet food.

2] Gli avanzi, da scarto a risorsa.

Il riciclo degli avanzi fa già parte della nostra cultura culinaria (pensiamo al polpettone o alla frittata di pasta) e basta cercare un po’ sulla rete per scoprire che basta l’aggiunta di qualche altro ingrediente ed un pizzico di fantasia per dare nuova vita a quello che potrebbe finire nella pattumiera. Su Non Sprecare trovate una lunga lista di ricette deliziose, mentre se volete imparare qualcosa sull’autoproduzione e sull’ecocucina, la blogger Lisa Casali ha messo su un “laboratorio di ricette per una cucina a costo e impatto (quasi) zero”.

Avete mai sentito parlare del food sharing? E’ un’iniziativa nata in Germania per la condivisione di cibo in eccedenza. Il progetto è stato ripreso anche in Italia da una onlus, I food Share, che creato una piattaforma on line per mettere in contatto singoli, associazioni e aziende per la condivisione di cibo (tassativamente confezionato, in buone condizioni e non scaduto): delle ceste alimentari contenenti pane, pasta, prodotti in scatola e altri beni di prima necessità, vengono donati da chi ha qualcosa in eccedenza, a chi, invece, fa fatica a fare la spesa in tempo di crisi.

Mentre è improbabile che si possano eliminare completamente i rifiuti alimentari, è possibile far si che servano a qualcosa di buono: se avete spazio, munitevi di una compostiera. Gli scarti della cucina diventeranno un ottimo fertilizzante naturale molto simile all’humus, utilizzabile per concimare i terreni o i vasi.

FOOD WASTE

3] Conservare bene.

Pulire frequentemente frigo e freezer aiuta ad essere consapevoli di cosa c’è dentro e di cosa può essere riutilizzato o consumato prima che si rovini. Anche l’organizzazione è importante. Quante volte non ricordate da quanto tempo avete qualcosa di aperto o cucinato nel frigo e, “nel dubbio” buttate via tutto? Basta utilizzare lo scotch di carta per scrivere la data e applicarla sugli appositi sacchetti/contenitori.

Ci sono poi dei modi appropriati per “immagazzinare” i viveri. Soprattutto la frutta e la verdura. Ad esempio, le banane si conservano meglio all’aria, ma un volta mature (o perfino stramature) si possono affettare e surgelare per utilizzarle in seguito in qualche ricetta dolce. Anche le uova si possono mettere in freezer, magari dopo essersi assicurati che abbiano passato il test di freschezza (immergerle in una ciotola d’acqua e assicurarsi che non galleggino). E poi: molti di noi tengono cipolle e patate insieme fuori dal frigo: errore. A causa dei gas che entrambe sprigionano, si rovinano a vicenda. Stessa incompatibilità d’anima tra la lattuga e alcuni frutti, in particolare meloni, mele e pere: emettendo etilene, la faranno marcire. Infine, un consiglio per tutti: la temperatura del frigo deve essere tra i 3 e i 4 gradi, altrimenti è solo uno spreco energetico.

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